Alzheimer e prevenzione: provare a riconoscerlo precocemente è ancora l’unica via

Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa (coinvolge quindi il cervello) che provoca una lenta degenerazioni del ragionamento ed in particolare della memoria, soprattutto delle informazioni apprese di recente.
Si stima che la meta dei casi di demenza senile sia in realtà causata proprio dall’Alzheimer coinvolgendo oltre 700.000 persone anziane in italia, e 40 milioni di persone nel mondo con un numero che prevedibilmente salirà a 135 milioni del 2050 .
Questa malattia può sopraggiungere in maniera graduale anche tra i 60 e i 65 anni ma pare che piccoli cali cognitivi (e quindi molto difficili da evidenziare) possano presentarsi anche molto prima. Da rilevazioni europee, nella popolazione l’incidenza è di 2,5 casi ogni 1 000 persone per la fascia di età tra i 65 e i 69 anni; sale a 9 casi su 1 000 persone tra i 75 e i 79 anni, e a 40,2 casi su 1 000 persone tra gli 85 e gli 89 anni
Molti sono gli studi in atto per cercare di capire di più sull’Alzheimer ma ad oggi purtroppo non esistono cure. Ricopre quindi un ruolo fondamentale la prevenzione. Se diagnosticata precocemente infatti, con una cura farmacologia adeguata è possibile migliorare notevolmente la qualità della vita in età anziana.
A tal proposito l’università di bari sta portando avanti una promettente ricerca che coinvolge l’intelligenza artificiale per riconoscere i primi sintomi di indebolimento cognitivo con anche 10 anni di anticipo dalla comparsa conclamata della malattia.

Alzheimer: per non confondersi con i normali sintomi della vecchiaia

È normale preoccuparsi se i propri cari cominciano ad avere dei deficit piccoli di memoria ma ad una certa età è comunque un processo normale: non ricordarsi occasionalmente un nome, una data o dimenticare una password o una procedura specialmente se associata ad un dispositivo elettronico. Per aiutarci nel capire se siamo in presenza di sintomi relativi alla malattia, che possono destare reale preoccupazione, ecco una lista dei 10 campanelli d’allarme più importanti: questa lista è stata pubblicata dall’ American Alzheimer Association

1. Confusione di dati e deficit di memoria
Non si parla quindi di piccole dimenticanze, ma per esempio può scordare i nomi delle persone più care
2. Incapacità di svolgere azioni quotidiane
per esempio può dimenticarsi di mangiare o non ricorda le ricette che ha sempre fatto fino a scordarsi i fornelli accesi.
3. Difficoltà nella selezione dei vocaboli
Per esempio può utilizzare parole improprie o scordare il significato di parole ben conosciute
4. Perdita del senso di orientamento
Per esempio potrebbe essere in una strada vicino a casa ma non ricordarsi più come raggiungere l’abitazione.
5. Incapacità di indossare gli abiti nell’ordine corretto
per esempio può uscire di casa in maglietta anche se c’è freddo
6. Difficoltà nei calcoli e nella gestione del denaro
in generale la difficoltà riguarda processi astratti
7. Incapacità di riporre gli oggetti al proprio posto
potreste trovare le chiavi di casa in frigo
8. Sbalzi di umore improvvisi e immotivati
9. Evidenti cambiamenti nel carattere e nella personalità
10. Perdita di interessi e spirito di iniziativa.

Alla comparsa di almeno quattro di questi sintomi è bene rivolgersi al medico di famiglia per essere poi intraprendere un percorso diagnostico adeguato.

Alois Alzheimer

La prima diagnosi di questa malatti avvenne nel 1907 dal neurologo tedesco Alois Alzheimer, da cui prende il nome.
All’esame autoptico il medico notò agglomerati, poi definiti placche amiloidi, e fasci di fibre aggrovigliate nel tessuto cerebrale di una donna che era morta in seguito a una insolita malattia mentale.

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