Ci si riferisce quindi a RSA, centri riabilitativi, centri diurni e poliambulatori ed i centri destinati agli stati vegetativi.
Far indossare a tutti i dipendenti ed ai pazienti delle strutture – se possono tollerarle – mascherine chirurgiche o mascherine FFP3 SENZA VALVOLA per quanto possano essere reperibili, e NON utilizzare quelle dotate di valvola, le FFP2 e le FFP di classe di filtrazione inferiore o le mascherine di stoffa per le seguenti motivazioni:
Le maschere dotate di valvola e quelle di stoffa non sono sicure a tutto tondo.
Anche se di classe di filtrazione FFP2 ed FFP3, quelle CON VALVOLA garantiscono una certa sicurezza solo per chi le indossa ma non per gli altri. Specificando che l’efficienza di filtrazione, e quindi di cattura del virus, è del 92% per le FFP2 e del 98% per le FFP3, quelle dotate di valvola hanno questa capacità filtrante solo in ingresso, cioè per l’utilizzatore, mentre per l’aria in uscita, espirata dall’utilizzatore, è del 20% circa. Questo può essere una possibile causa, impossibile da individuare, del propagarsi del contagio, perché se chi la indossa è contagiato oppure è asintomatico (è contagiato ma non sa di esserlo e non manifesta alcun sintomo tale da far credere che lo sia), indossando una FFP2 o FFP3 con valvola, rischia di contagiare gli altri, in quanto il virus esce dalla maschera tramite la valvola. L’efficienza di filtrazione delle mascherine FFP2 ed FFP3 SENZA VALVOLA invece è del 92% per la prima e del 98% per la seconda, in entrambe le direzioni, MA, in ogni caso, la FFP2 non blocca il virus portato dalle goccioline sotto forma di aerosol cioè con diametro delle particelle ≤ 5 μm, mentre le FFP3 sì, risultando quindi le più sicure, comunque SOLO SE SENZA VALVOLA (le FFP2 hanno quindi un grave deficit che non le rende molto sicure). L’efficienza di filtrazione delle mascherine chirurgiche è del 95% solo in uscita, mentre è del 20% in ingresso (l’utilizzatore protegge gli altri al 95% ma non è protetto perché la mascherina non aderisce bene sul volto). Le mascherine chirurgiche, secondo quanto emerso dallo studio pubblicato su Nature Medicine, sono in grado di bloccare anche l’aerosol, risultando così più sicure delle FFP2 (ad esclusione dell’incapacità di proteggere adeguatamente chi le indossa).
Aggiungo che dubito fortemente che le mascherine di stoffa abbiamo una decente efficienza di filtrazione, sicuramente quelle auto-prodotte no (quelle omologate dovrebbero averlo ma non penso proprio che una mascherina prodotta da un’azienda tessile specializzata in altro e che ha convertito la propria produzione in meno di un mese, possa essere efficiente anche contro l’aerosol). Non si tratta infatti di evitare che l’aria passi ma che il virus, di dimensione tra i 100 e i 150 nm, sia imbrigliato nelle maglie della mascherina. Purtroppo però sento dalle notizie che le mascherine di stoffa e quelle auto-prodotte non vengono sconsigliate, ma anzi a volte perfino consigliate (certo se non si dispone di una mascherina chirurgica o di una FFP3 senza valvola meglio una mascherina auto-prodotta, che però sarà pressoché inutile in quanto fermerà solo le particelle più grandi di saliva/muco, lasciando passare indisturbate tutte le altre, aerosol compreso).
Inoltre qualora si fosse sani, non si potrebbe sapere il momento in cui si viene contagiati, tanto più se non si manifestano sintomi; l’utilizzo di mascherine con valvola è pertanto da evitare anche qualora si avesse la conferma di non essere contagiati, perché lo si potrebbe diventare in un secondo momento e poi diventare veicolo di contagio successivamente pur indossando una mascherina con valvola. Con questo ribadisco che non è mia intenzione giudicare o criticare l’operato di alcuno e Vi chiedo di fare altrettanto, in quanto ciascuno ha messo in campo tutta la professionalità e la reattività possibile in una situazione emergenziale così improvvisa e confusa.
Anche nel caso di utilizzo di mascherine chirurgiche potrebbe esserci qualche pericolo per chi le indossa (basterebbe incontrare chi non indossa mascherina, chi indossa una mascherina di classe di filtrazione scarsa come la FFP1 oppure chi indossa una mascherina con valvola oppure una FFP2 od una mascherina di stoffa perché colui che indossa una mascherina chirurgica sia esposto al contagio), ma qualora tutti indossassero mascherine chirurgiche e mascherine FFP3 SENZA valvola, sarebbero efficaci comunque (con la percentuale di efficacia scritta sopra).
Se notate, dall’articolo su Nature Medicine riguardante le mascherine chirurgiche, il numero di casi studio in cui le persone erano infette da Coronavirus (non è specificato se Covid-19, comunque virus di dimensioni tra gli 80 ed i 160 nm della stessa famiglia di quest’ultimo che ha dimensioni tra i 100 ed i 150 nm) e indossavano la mascherina chirurgica erano 17, un numero comunque poco superiore al minimo statistico che è 10. Ecco perché l’efficienza di filtrazione non è 100% come si potrebbe ipotizzare leggendo la Fig.1 dell’articolo.
Inoltre dai risultati pubblicati, i virus più piccoli come quello dell’influenza testato e i rinovirus, passano comunque attraverso la mascherina chirurgica, cosa che mette in allerta e spiega ancora il motivo per cui non ci sia un’efficienza di filtrazione totale (qualora le particelle di aerosol fossero di quelle dimensioni, infatti, potrebbero passare attraverso la mascherina chirurgica se non fossero intercettate con l’effetto elettrostatico che si genera grazie alle fibre del filtro; bisognerebbe a quel punto verificare quale sia la modalità prevalente di bloccaggio attraverso il filtro, tra quella meccanica e quella elettrostatica e gli studi sono in corso d’opera).
Ecco perché è comunque meglio indossare, se tollerate, mascherine FFP3 SENZA VALVOLA, avendo un’efficienza di filtrazione maggiore in quanto i pori del filtro sono di dimensione minore rispetto a quella del virus stesso (nel caso delle mascherine FFP però sinceramente non ho letto pubblicazioni internazionali come invece nel caso delle mascherine chirurgiche, ma trovate queste informazioni nell’articolo del Corriere della Sera, fonte certificata).
Quindi suggerisco di utilizzare le FFP3 senza filtro, per cui tra l’altro bisogna seguire dei protocolli di “vestizione” ed utilizzo più accurati, in quanto, oltre che per la protezione generale di chi le indossa, anche per il bloccaggio dell’aerosol è ben più efficace di quelle chirurgiche (98% contro 20%). MA sottolineo che va verificata la capacità, da parte dell’utilizzatore, di tollerare l’uso della FFP3 in quanto l’umidità prodotta dalla respirazione viene per gran parte trattenuta nella maschera e può risultare faticoso respirare, inoltre la FFP3 può produrre ematomi lì dove è stretta al volto. Quindi è consigliabile fare indossare agli ospiti le mascherine chirurgiche (verificando sempre che riescano a respirare bene e non sia impedita una comunicazione necessaria). INOLTRE la mascherina chirurgica ha una efficienza di filtrazione del 95% anche perché il virus può uscire oltre che entrare (in ingresso ha un’efficienza di filtrazione del 20%), dai punti sulle guance in cui la mascherina non aderisce bene al volto. La FFP3 invece va indossata in modo tale da non lasciare spazi liberi tra guaina e pelle; per l’utilizzo da parte degli uomini, questi devono radersi così da far aderire perfettamente la mascherina alla pelle.
Una sicurezza assoluta non si può comunque garantire in quanto nessuna delle mascherine citate garantisce un arresto del virus al 100% però sicuramente, utilizzando le FFP3 SENZA VALVOLA la sicurezza aumenterebbe (ancora migliore sarebbe la protezione data dall’indossare mascherina FFP3 sotto e chirurgica sopra verificando che la respirazione e la comunicazione non sia difficoltosa), avendo la premura di cambiare la mascherina seguendo le indicazioni connesse al suo utilizzo (ogni tot ore, con le mani disinfettate, in un certo modo ecc.) ed affiancando all’utilizzo delle mascherine il rispetto delle norme di igiene e distanza.
Covid-19 e resistenza sulle superfici
Il virus può resistere su indumenti e superfici (plastiche, metalliche o di altro materiale) per giorni (come da fonti autorevoli), superfici comuni in tutti gli spazi, al chiuso come all’aperto, fuori e dentro gli uffici, nei magazzini, in macchina, nei camion per i rifornimenti ecc. (penne a sfera, pc, tastiere dei pc, telefoni e telefonini, fogli di carta, volante, cambio delle marce ecc., sedie a rotelle, comodini, letti ecc., attrezzi per la ginnastica riabilitativa, suppellettili varie, telecamere, microfoni, auricolari, denaro, tessere varie come bancomat e carte di credito, camici, guanti, indumenti vari, capelli, posate piatti bicchieri ecc., materiale usato in cucina, confezioni di cibo, cibo e così via) cosa che acuisce ulteriormente il propagarsi del contagio. L’utilizzo quindi di mascherine idonee ed il rispetto delle norme di igiene, sicurezza e distanza va affiancato anche all’estrema attenzione nel maneggiare gli oggetti (anche nell’indossare guanti e mascherina), interrompendo quanto prima il passaggio del virus da un oggetto ad un altro (ecco, come sapete, anche l’importanza delle sanificazioni frequenti). Non bisognerebbe toccare, per esempio, un oggetto od un indumento personale, come il telefonino od il camice o il maglione ecc., dopo essere stati in contatto con oggetti potenzialmente infetti (perché provenienti da persone contagiate o di cui non si è sicuri, in riferimento a tutti i contesti di vita quotidiana, anche per esempio una volta usciti dalla macchina che si è usata dopo aver fatto la spesa), senza prima essersi disinfettati accuratamente le mani. Così come non si dovrebbe aggiustare la mascherina toccandola con il palmo delle mani, con il quale inevitabilmente si toccheranno altre cose in seguito, ma con il dorso per esempio, perché il virus si deposita sulla mascherina (e ovviamente stare attenti a non toccare altro con il dorso della mano o con altre parti del corpo usate per aggiustarsi la mascherina), la mascherina poi, anche durante l’aggiustamento, deve sempre coprire naso e bocca. Per indossare guanti e mascherina bisogna preventivamente essersi disinfettati le mani e se non si sa di non essere contagiati, conviene indossarli in silenzio, per ridurre al minimo la possibilità che qualche gocciolina di saliva raggiunga la superficie (meglio ancora trattenendo il fiato, dopo aver inspirato, per lo stesso motivo); se infatti si è asintomatici si potrebbero contaminare i DPI (anche dopo essersi disinfettati le mani).
Si consiglia poi di chiudere il rubinetto dell’acqua con un fazzoletto di carta e gettarlo via senza toccarne la parte che è stata in contatto con il rubinetto, starnutire nell’incavo del braccio (poi non bisogna toccarsi quell’area, neanche con oggetti, non bisogna incrociare le braccia e stare attenti quando ci si cambia a non toccare quell’area e a non toccare altri oggetti con quella zona), o ancora il non toccarsi naso (anche per soffiarselo, per cui bisognerebbe usare un paio di fazzoletti piegati in modo tale da rendere spesso lo strato di carta e fermare il più possibile delle goccioline di muco, rivolgendosi dove non c’è nessuno e verso il pavimento, sgombro da oggetti, sapendo però che sicuramente, qualora si fosse asintomatici, si contamineranno gli abiti indossati, per cui si dovrà far attenzione a non entrare in contatto con oggetti o persone e, cambiarsi gli abiti con la massima attenzione per non contagiare altri oggetti o persone e poi disinfettarsi le mani), occhi, bocca e orecchie (aggiungerei anche se prudono), altrimenti occorre lavarsi le mani prima (perché potrebbe esserci il virus sopra) e dopo (perché si potrebbe essere asintomatici e contaminare così oggetti e persone poi) ecc., tutti accorgimenti che possono sembrare esagerati ma che conviene adoperare per ridurre al minimo la possibilità di contagio.
Norme da tenere durante l’utilizzo di mezzi pubblici
Ricerche internazionali hanno dimostrato che il virus può rimanere nell’ambiente-pullman (e quindi anche ambulanze, macchine, taxi, camion, treni, imbarcazioni, aeromobili ecc.) per parecchi minuti (addirittura mezz’ora se non di più), trasportato dalle goccioline di saliva che qualche passeggero potrebbe far circolare (anche senza starnutire, basta solo la respirazione) pur indossando una mascherina, se questa è dotata di valvola o si tratta di una FFP2 o di classe di filtrazione inferiore che, come scritto sopra, non blocca l’aerosol. Da qui l’importanza che l’autista indossi una FFP3 per metterlo al riparo da eventuali contagi, ma anche di far indossare a chi sale su tali mezzi maschere che non abbiano la valvola e di classe di filtrazione FFP3 o chirurgiche (comunque suggerisco le FFP3 perché molto più efficienti delle chirurgiche e perché hanno alta efficienza di filtrazione anche in ingresso, cosa che proteggerebbe gli utenti anche qualora qualche passeggero delle corse precedenti non avesse indossato la mascherina adeguata.
Ecco perché la sanificazione frequente dei mezzi di trasporto merci e dei dipendenti dovrà riguardare tutte le superfici che possono essere toccate dagli utilizzatori: volante, cambio, cinture di sicurezza, sedili, poggiatesta, portiere, finestrini, portaoggetti ecc. insomma tutto l’abitacolo ed anche la carrozzeria esterna (basti pensare alle maniglie che vengono toccate tutte le volte che si sale sul mezzo ma non solo quelle).
Ringraziamo Federico Cozzi per aver raccolto queste preziose informazioni con l’intento di condividerle nella speranza che possano essere di aiuto.
Fonti:
Articolo sul Corriere della sera “Mascherine: come sono fatte, a che cosa servono, cosa filtrano e come riutilizzarle”
Articolo su Nature Medicine “Respiratory virus shedding in exhaled breath and efficacy of face masks“